SIISL scelta vincente del ministero del Lavoro per mettere a sistema l’incrocio domanda – offerta di lavoro
Entro fine anno saranno attivate nuove funzionalità nella piattaforma inps anche legate all’intelligenza artificiale

Luci sul lavoro chiude la tre giorni di dibattiti con un confronto su un tema di attualità dal titolo: “ Supporto per la Formazione e il Lavoro e la costruzione della Rete dei Servizi per il Lavoro" a discuterne: Vincenzo Caridi, Direttore Generale INPS, Massimo Temussi, Presidente Anpal Servizi spa, Rosario De Luca, Presidente Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Vincenzo Silvestri, Presidente Fondazione Consulenti per il Lavoro, moderati da Enrico Limardo, Direttore Fondazione Consulenti per il Lavoro
La piattaforma voluta dal Ministero del lavoro per la gestione degli ex percettori del reddito di cittadinanza è al centro del dibattito e il direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi chiarisce la prospettiva che il Governo ha messo in campo per le politiche del lavoro: “Vorrei dire in questo intervento cosa ancora c’è da fare, il Siisl è una prima pietra che ha fondamenta importanti. Perché per la prima volta ha messo in rete i soggetti che si occupano di lavoro. Stiamo sviluppando molte funzionalità che consentono un’usabilità migliore della messa fattor comune di banche dati. Una nuova funzionalità in arrivo consentirà alle Apl di gestire direttamente la pubblicazione delle vacancy sul Siisl, con il Ministero abbiamo scadenzato gli sviluppi. Una sfida per cambiare il paradigma. Oggi a fronte di una domanda c’è un percorso di attivazione, questa domanda è per aumentare le skill di chi fa domanda e per trovare lavoro. Stiamo sviluppando, inoltre, delle funzionalità legate all’intelligenza artificiale che a breve rilasceremo, è in fase avanzata di sviluppo, la rilasceremo quando avremo dati consistenti, e ci potrà dire quali sono i corsi che servono alle aziende che hanno pubblicato vacancy. Il Siisl ha un importante obiettivo a tendere da qui a dicembre per aiutare i decisori sulle politiche attive e su quali politiche attive servono al paese. Il ministero ha lanciato una forte sfida al paese, secondo me in piena coerenza con l’articolo 4 della nostra costituzione.
Per il presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca: “E’ evidente che siamo in un momento nel mondo del lavoro che i posteri forse definiranno storico. Perché per la prima volta si tenta di riparare i danni fatto dal titolo V della costituzione in tema di lavoro.
Noi viviamo con 21 sistemi diversi che non dialogano, è possibile oggi creare una rete che tenda superare le criticità che sono state evidenziate. Nel 2023 è l’anno in cui si chiude il cerchio della legge Biagi. Questa piattaforma completa il pensiero di Marco Biagi, con due items adattabilità e occupabilità. Siamo in presenza di una piattaforma che permetterà a ogni cittadino di andare a creare la propria occupabilità in base alle esigenze del mercato. Quando spesso leggiamo che non si trovano lavoratori, è un problema di competenze, noi passiamo da un periodo in cui come paese abbiamo convinto tutti, comprese le nove generazioni, che si possa viver solo di diritti, ad una fase in cui a fianco ai diritti ci sono i doveri. Il dovere di competenza è un dovere del lavoratore, se il lavoratore non trova lavoro per le proprie capacità non può non chiedersi cosa deve fare per migliorare le proprie competenze. In conclusione 20 anni fa Marco Biagi ci ha regalato una visione di un mondo del lavoro inclusivo io credo che la strada imboccata sia quella giusta, io non ho la sfera di cristallo ma mi sembrano che i presupposti siano quelli giusti”.
Il presidente e Ad di Anpal Servizi, Massimo Temussi, ha messo in luce il lavoro fatto nella stesura del decreto partendo da quello che non aveva funzionato: “Il ministero del lavoro ha fatto un’analisi molto approfondita di quello che c’era prima del decreto, ovvero una grande misura che cubava 30 miliardi di euro divisa in due grandi aree: inclusione e lavoro. L’obiettivo di migliorare le condizioni di vita di tutti coloro che risultano entrati nell’assegno di inclusione non sembrerebbe raggiunto se è vero gli stessi sono rimasti beneficiari dell’assegno di inclusione per tre anni. E’ evidente che qualcosa non ha funzionato. Come sul fronte degli oltre un milione e duecentomila beneficiari del reddito di cittadinanza che non hanno trovato lavoro, un fallimento certificato anche dalla relazione commissione Saraceno. Siamo così partiti da quest’analisi e ci siamo subito resi conto che i dati non passavano. Pare incredibile nel 2023, nonostante la missione 1 del pnrr sia dedicata alla digital transformation e l’obiettivo 1 del fesr punti alla trasformazione digitale con miliardi e miliardi di investimenti, avere ancora sotto il ministero del lavoro i principali soggetti che si occupano di lavoro che ancora non si parlano. E’ così che nasce l’idea di mettere sistema il sistema informativo di inclusione lavorativa e sociale. Un risultato straordinario. Il siisl vuole semplicemente condividere le informazioni che disegnano uno scenario territoriale che può aiutare la pianificazione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Vincenzo Silvestri, presidente della Fondazione consulenti del lavoro: “La prima cosa rivoluzionaria il sussidio diventa la classica indennità di partecipazione ai programmi di formazione. Ti dò un incentivo a partecipare a corsi per trovare lavoro. Altro passaggio importante del decreto legge 48 è che il siisl metterà a disposizione anche i dati dei cosiddetti naspizzati, un’opportunità che le agenzie per il lavoro ritengono molto interessante. Tutti sappiamo che un’unica banca dati da sola non può generare lavoro ma sicuramente può generare la cultura del fare sistema ed è quello che ci auguriamo. A questo punto l’auspicio, dal nostro punto di vista, è che si riveda anche il sistema degli accreditamenti e soprattutto il capitolo dei costi standard”.